di Ermanno Pasolini
Prima celebrazione ufficiale presso la Rubiconia Accademia dei Filopatridi di Savignano del primo centenario del Genocidio degli Armeni iniziato il 24 aprile 1915 e che portò alla morte un milione e mezzo di persone del suo popolo. Per l’importantissimo appuntamento, con l’aula magna gremita anche in piedi, che ha visto l’Armenia privilegiare Savignano su tutti, il ricordo di questo genocidio è stato fatto da Sargis Ghazaryan ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia che ha parlato di “Genocidio e riconciliazione” e Baykar Sivazliyan, presidente dell’Unione Armeni d’Italia, che ha trattato il tema “I segni che il genocidio ha lasciato sui sopravvissuti armeni della diaspora”. Le relazioni sono state accompagnate dalla proiezione del documentario sul genocidio “Common Ground” e dalla lettura di alcune poesie del noto poeta armeno Daniel Varujan a cura di Annalisa Teodorani. Su tutto il suono magico del Duduk, tipico strumento armeno, suonato da Aram Ipekdjian come ha fatto di recente davanti a Papa Francesco. Il ricordo del genocidio, arriva in un momento delicatissimo, dopo che papa Francesco aveva affermato: “La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, quella che generalmente viene considerata come il primo genocidio del Ventesimo secolo; essa ha colpito il vostro popolo armeno – prima nazione cristiana”. La frase aveva fatto arrabbiare la Turchia perchè i vari governi turchi che si sono succeduti negli anni hanno sempre negato che sia mai avvenuto un massacro di queste proporzioni. La Turchia ha ritirato l’ambasciatore in Vaticano e ha convocato l’ambasciatore del Vaticano in Turchia. Ma anche la Comunità Europea alla unanimità ha ufficialmente chiesto alla Turchia di riconoscere il genocidio dagli Armeni. Fra gli ospiti il colonnello Adriano Vernole comandante provinciale dei carabinieri, il generale Antonio De Vita di Bologna e il comandante la stazione dei carabinieri di Savignano Vincenzo di Canosa. “La nostra missione è stata ed è trasformare i contrasti in sinergie – dice l’ambasciatore Sargis Ghazaryan nominato per l’occasione accademico d’onore della Filopatridi – Il Risorgimento armeno è identico a quello italiano. Noi non vogliamo imporre la nostra memoria, ma spiegare ciò che è stato affinchè non si verifichi mia più. Non potrei parlando del genocidio e di riconciliazione senza ricordare il grande gesto, anche se audace, di Papa Francesco. Più di venti Paesi europei hanno riconosciuto il genocidio del popolo armeno, un crimine dell’umanità che riguarda tutti. Ma purtroppo sono tanti e troppi coloro che stanno in silenzio, fanno finta di non sapere o sentire”. Il presidente dell’Unione Armeni d’Italia, Baykar Sivazliyan ha aggiunto che finalmente dopo cento anni è stato fatto un passo molto importante nelle direzione del riconoscimento del genocidio del popolo armeno. “Ringrazio l’Accademia dei Filopatridi che ha sempre dato spazio alla nostra nazione, al nostro popolo e al ricordo del genocidio. Questa giornata è stata preparata mesi fa, prima di tutto quello che sta accadendo oggi. Noi abbiamo avuto cento anni per provare a metabolizzare un dolore vissuto anche in maniera molto intima dalle nostre famiglie, mentre i governi turchi hanno privato le giovani generazioni della possibilità di far pace con la loro storia”.