Domenica 13 dicembre 2015
di Ermanno Pasolini
L’aula magna della Accademia dei Filopatridi di Savignano gremita di pubblico per l’inaugurazione del 365° anno accademico. Dopo i saluti del presidente Roberto Valducci, l’accademico d’onore Mauro Moretti, amministratore delegato e direttore generale di Finmeccanica spa, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Fabbrica Italia”. E’ seguita l’investitura ufficiale dei nuovi accademici con la consegna agli stessi del diploma e del medaglione con il collare recante lo stemma dell’Accademia. Il presidente Roberto Valducci ha consegnato le insegne agli accademici corrispondenti: Piera Aniceti, Edoardo Giorgio Berardi e Vittorio Gasperoni di Savignano, Alberto Della Cava Cervese, Anna Fabbri e Guido Pedrelli di Cesena, Marco Moretti di Rimini, Roberto Vannoni di Santarcangelo di Romagna, Alberto Zacchilli di Forlì. Poi i soci onorari: Marco Veglia di Bologna e Giancristiano Desiderio di Sant’Agata dei Goti di Benevento e, per promozione da accademici corrispondenti a soci onorari: don Melchiorre Baroni che fu a lungo parroco a Savignano, don Piero Altieri canonico della cattedrale di Cesena e il professore Giuseppe Placucci già presidente del Polo Scientifico Universitario di Cesena. I nuovi soci dell’Accademia sono ora 312. “Bisogna fare in modo che l’Italia capisca che la tecnologia è una fattore importante e che deve investire in questo settore. Poi i mercati sono quelli del mondo intero, dobbiamo avere grandi imprese, grandi banche, grandi assicurazioni. L’Italia da sola è troppo piccola come lo sono Francia e Germania, mentre Cina, India e Stati Uniti sono grandissimi. Ci vuole un’Europa che faccia regole uniche e faccia accordi bilaterali con gli Stati Uniti e l’Euroasia. Il mondo è sempre più ignorante sulla cultura umanistica, mentre deve fare la rivoluzione tecnologica. L’Europa non ha una identità unica, ma nazionale. O l’Europa nasce e fa unità, oppure sarà nulla. L’Italia è l’unica nazione al mondo che vive agli apici della ricchezza da duemila anni”. Alla domanda se se la sentirebbe di fare il presidente del Consiglio per avere un grande manager alla guida dell’Italia, Mauro Moretti ha risposto: “Non ci penso nemmeno” e sul fatto di candidarsi sindaco di Rimini, la sua città, ha detto: “Assolutamente no. Oggi bisogna fare largo ai giovani, dare spazio a loro. Sono loro che devono costruire il nostro, ma soprattutto il loro futuro”.