di Ermanno Pasolini
L’aula magna della Rubiconia Accademia dei Filopatridi che ha sede in piazza Borghesi a Savignano piena di gente per ascoltare la conferenza su “Lutero, un cristiano: una lettura dell’attesa della riforma”. Relatore è stato il professore Alberto Melloni ordinario di storia del Cristianesimo nell’università di Modena-Reggio Emilia. La conferenza è stata organizzata in occasione dei 500 anni della riforma protestante luterana (1517-2017) e il professore Alberto Melloni è stato apprezzato e applaudito. Prima della conferenza Roberto Valducci presidente della Accademia dei Filopatridi lo ha nominato accademico d’onore e con lui un altro nuovo socio, Gian Bruno Pollini che non aveva potuto ritirare diploma e medaglione nel dicembre scorso in occasione dell’apertura dell’anno accademico. Poi l’atteso intervento del professore Alberto Melloni: “Io e un gruppo di studiosi con cui lavoro e con i quali abbiamo fatto una grande opera in due volumi molto corposi “Lutero, un cristiano fra riforme e modernità” edito da Il Mulino, abbiamo lavorato molto per cercare di togliere Lutero da una specie di prigione, sia per ragioni apologetiche sia per ragioni denigratorie. La cosa primaria per cui Lutero sarebbe importante dovrebbe essere quello che ha provocato e non quello che è stato. Quindi da un lato l’accusa frequente della tradizione cattolica di essere stato l’inventore dell’individualismo e dei mali che ha sopportato o l’elogio da parte protestante di essere stato lo scopritore della coscienza e dei valori dell’autodeterminazione”. Poi il professore Alberto Melloni ha poi spiegato il significato del suo lavoro di ricerca unitamente a quello dei suoi collaboratori: “Noi abbiamo inteso invece restituire la sua caratteristica propria che è quella di essere stato un cristiano che oggi piacerebbe poco sia alla chiesa cattolica sia a quella protestante, ma che all’una e all’altra ha ricordato i valori della fede. Lutero è stato un buon credente che ha preso sul serio l’appello evangelico e l’ha fatto in un modo così radicale di avere costretto tutti quanti a misurarsi con la nudità del Vangelo. Ancora oggi tutti, dal Papa al presidente della Federazione Luterana Mondiale, sentono di avere un debito con questo uomo collocato fra Medio Evo e modernità”.