ESPERIENZE SCOLASTICHE: VISITA ALL’ACCADEMIA DEI FILOPATRIDI
La Rubiconia Accademia dei Filopatridi nasce nel XVII con la denominazione di “Accademia degli Incolti”: nel 1690 fu istituita una Biblioteca pubblica, per i giovani che non avevano la possibilità di studiare. L’Accademia fu poi rifondata nel 1801 per iniziativa di tre illustri cittadini savignanesi: Giulio Perticari, Girolamo Amati, Bartolomeo Borghesi.
È situata nel centro storico di Savignano sul Rubicone, in piazza Borghesi, accanto al Comune.
Al suo interno è divisa in cinque sale principali.
Salendo le scale, la prima sala che incontriamo è la Sala della Fama.
In essa gli oratori declamavano i loro discorsi all’interno della bigoncia: un grosso recipiente in legno di pera coperto da un velo bianco.
Se non partecipavano all’adunanza o se nell’esposizione commettevano errori, gli oratori erano multati; questi soldi avrebbero contribuito al mantenimento dei libri della biblioteca.
Continuando il percorso ci troveremo a esplorare la Sala dei Mappamondi. La sala si chiama così perché al suo interno si trovano due antichi mappamondi del ‘700: uno celeste che rappresenta le costellazioni e uno terrestre che rappresenta la geografia. Qui possiamo trovare anche l’Enciclopedia francese del Settecento di Diderot e D’Alembert, opera simbolo dell’Illuminismo, che conteneva la scienza e il sapere di quell’epoca.
La sala successiva è la Sala dei Manoscritti.
In questa sala sono conservati scritti dei savignanesi Perticari, Borghesi, Nardi, Amati, Vendemini, Gasperoni, Luigi Amaduzzi, Pazzaglia, Topi, Meriano, Camuncoli, Mazzotti e non solo! È qui che sono custoditi i preziosissimi carteggi dell’Abate Gian Cristofano Amaduzzi e del Canonico Gesuita Emanuele de Lubelza.
In questa sala è fondamentale raccontare la storia del libro.
Antenato del libro è il papiro. I primi ad
utilizzarlo furono gli Egizi. Esso si otteneva con una lavorazione della parte interna dell’omonima pianta acquatica. Dopo il papiro ci fu la pergamena, fatta di pelle di montone, chiamata così in onore della città di Pergamo. Una volta arrotolata la pergamene prendeva il nome di Volume. La pergamena si evolse ancora: i fogli venivano cuciti insieme e ricoperti con una copertura di legno di pero (copertina). Veniva scelto questo tipo di legno perché non attira i tarli. Era scritto dagli amanuensi che lo decoravano con miniature e prese il nome di codice.
Arriviamo alla conclusione della storia del libro con gli incunaboli, i primi libri stampati grazie alla stampa a caratteri mobili di Gutenberg. Gli incunaboli per aspetto e caratteri erano ancora simili ai codici: avevano il testo scritto al centro della pagina, erano miniati e non c’era il numero della pagina.
Adiacente alla sala dei manoscritti possiamo trovare la Sala di Lettura. Qui è collocato l’antico schedario cartaceo, costituito da scatole contenenti schede catalografiche. L’Accademia ci è piaciuta molto, credo che sia interessante scoprire la storia dei luoghi che diamo per scontato di conoscere, quando in realtà celano segreti e storie nascoste. Interessantissima è stata la storia del libro, che d’altronde è strumento di sapienza che tutti possono e dovrebbero possedere.
È da sottolineare la differenza fra accademia e università: l’accademia è un luogo di approfondimento, studio e ricerca culturale, l’università è un’istituzione didattica in cui si studia e si danno esami. Concludiamo con la scritta che si trova sullo stemma dell’Accademia:
“Il tempo e l’ingegno porteranno alla gloria”.
Cecilia Zamagni e Beatrice Scarpellini, classe 2^D