di Ermanno Pasolini, Il Resto del Carlino
“L’ultimo mistero di Napoleone Bonaparte: un’indagine multidisciplinare tra storia e medicina” è stato il tema della prima conferenza del 2023 all’Accademia Rubiconia dei Filopatridi di Savignano sul Rubicone. Il relatore è stato l’accademico Francesco Maria Galassi, professore associato di antrolopogia fisica dell’Università di Lódz, in Polonia, dove si occupa dello studio delle malattie nel passato e della loro evoluzione. Insegna anche a contratto anatomia umana a medicina a Bologna Campus di Ravenna.
Il medico Francesco Maria Galassi 33enne di Santarcangelo, paleopatologo riconosciuto a livello internazionale, nel 2016 aveva tenuto una interessante conferenza nell’aula magna della Accademia dei Filopatridi di Savignano su “Le malattie dei grandi del passato. Giulio Cesare e l’arte patografica”. Quale mistero si cela dietro Napoleone Bonaparte? “Ancora la gente si chiede come è morto Napoleone. Secondo alcuni fu vittima di avvelenamento commissionato dagli inglesi, suoi cercerieri. Secondo altri morì in seguito alle complicanze di un cancro gastrico. Questa ultima interpretazione è quella corretta, ma il dibattito anche in seno al mondo della ricerca rimane acceso”.
Storia e medicina riescono a camminare sullo stesso binario?
“Assolutamente sì, sebbene l’eccessiva specializzazione dell’arte medica dei tempi recenti porti spesso a dimenticare le radici e le basi della disciplina. Proprio da queste basi la medicina deve ritrovare la propria linfa e ispirazione”.
Giulio Cesare si dice che si sia fatto pugnalare da Bruto volontariamente, perchè soffriva di epilessia e se fosse morto di malattia, sarebbe caduto nel dimenticatoio.
“A mio avviso Cesare non soffrì di epilessia ma di piccoli ictus. L’ipotesi epilettica ebbe comunque fortuna storica, forse propugnata da Cesare stesso in quanto era considerata una malattia vicina alla sfera divina: tutti i grandi dell’antichità erano detti melancolici ed epilettici. Quanto alla volontarietà di Cesare di andare incontro alla morte anche qui il dibattito è acceso e non esistono conclusioni definitive”.
Quali strumenti usa per le sue ricerche e i suoi studi?
“Nella maggior parte dei casi, studiando antichi scheletri e mummie, nonchè casi di interesse forense, utilizzo metodi anatomici antropologici e radiologici per ricostruiire lo stato di salute degli antichi individui. Invece nel caso di personaggi storici i cui corpi non sono disponibili per uno studio scientifico mi avvalgo con un pizzico di cautela delle fonti letterarie e archivistiche. A volte le opere d’arte stesse possono fornirci indizi su malattie nel passato”.
Quale sarà il prossimo personaggio oggetto delle sue ricerche?
“Mi sto occupando di un riesame completo della malattia e morte del dittatore tedesco Adolf Hitler e di numerosi scheletri di epoca preistorica, anonimi, un vero e proprio archivio biologico, magari argomento di una futura conferenza”.