Giovedì 20 maggio 2021 alle ore 18.00 nel Famedio Accademico
l’Accademico
Prof. MAURO CASADEI TURRONI MONTI
dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
parlerà sul tema
IL MUSICISTA CESENATE CARLO BERSANI
TRA AMINTORE GALLI E RENATO SERRA
La conferenza, per ragioni di sicurezza legate al Covid-19, si è tenuta a porte chiuse, mentre la sua registrazione è fruibile cliccando QUI
MAURO CASADEI TURRONI MONTI
Docente di Pedagogia e didattica della musica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Educazione e scienze umane. Ha insegnato anche nelle università di Udine e Bologna. Attualmente tiene anche il corso di Paleografia musicale all’Università di Bologna (Dipartimento delle Arti, Corso di Laurea Magistrale in Discipline della musica e del teatro), e di Filosofia della musica medievale, insieme a Laurence Wuidar, dell’università di Bruxelles, presso lo Studio Filosofico Domenicano di Bologna.
È stato direttore dal 1995 al 1999 dell’Istituto musicale “A. Masini” di Forlì e attivo presso la Biblioteca Classense di Ravenna (sezione Antichi e rari), dove ha pure catalogato nel 2000 i noti frammenti gregorianistici costituenti il Fondo Pratella.
Medievista, codicologo-paleografo e storico della musica sacra, in questi ambiti conta collaborazioni fondamentali con personalità tra cui Nino Albarosa e Alberto Melloni. È stato direttore dal 2001 al 2014 di «Studi gregoriani», tra le riviste di riferimento europeo nell’ambito della paleografia e semiologia gregoriane. Quanto all’attività pedagogico- educativa, fa parte del gruppo di ricerca presso l’Università di Bologna «SagGEM». Ha pubblicato per alcune case editrici note, tra cui Forum, Jaca Book, Marsilio, Il Mulino, Olschki e Treccani, oltre alla berlinese De Gruyter, e con riviste quali «Il Saggiatore musicale» e «Benedictina». Tra le attività organizzative, ha ideato nel 2012 ed è tra i coordinatori della rassegna spirituale-culturale ed artistica “Via Sancti Romualdi”, gestita in collaborazione con il Ravenna Festival e con la Comunità monastica di Camaldoli. È tra i fondatori di EMB Project (Evangelization, Music and Beauty Project), presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma.
È stato membro dei consigli direttivi di diverse associazioni, tra cui “Nuova civiltà delle macchine”, fondata da Francesco Barone, che fa capo all’omonima rivista dell’Eri-RAI. Attualmente è tra i responsabili di ricerca nella prestigiosa Fondazione “Ugo e Olga Levi” di Venezia, e membro del board scientifico della rivista internazionale “Polifonie”, con sede ad Arezzo. Tra le monografie si segnala Lettere dal fronte ceciliano. Le visioni di don Guerrino Amelli nei carteggi conservati a S. Maria del Monte di Cesena (Firenze, Olschki, 2011). Tra le pubblicazioni recenti, La musica luterana e le migrazioni del gusto, in Lutero. Un cristiano e la sua eredità 1517-2017, direzione di Alberto Melloni (Bologna, Il Mulino, 2017), e I sipari musicali di Renato Serra, tra critica e storiografia, in Renato Serra nella cultura italiana ed europea (Bologna, Pàtron, 2018).
Membro di giuria presso concorsi musicali, invitato a festival e corsi, da Pordenone-legge alla Nuova Accademia di Bologna, ha collaborato con la Radio Svizzera Italiana – Rete Due per radiodocumentari musicali-culturali. È autore di testi poetici e teatrali con musica, per rappresentazioni e letture, tra cui su Mario Luzi e Giuseppe Verdi, avendo esordito con Le musiche di Renato Serra, per il concerto drammatizzato prodotto da ERT – Teatro “A. Bonci”, in prima a Cesena nel febbraio 2009, poi a Bologna per “La soffitta” nel febbraio 2010. Suoi, testi anche per allestimenti di teatro sacro con musica, quali: Filippo Neri, il buffone di Dio nel 2018 e Benedetta, la sapienza del dolore nel 2019, in occasione della beatificazione di Benedetta Bianchi Porro.
ABSTRACT – PRESENTAZIONE CONFERENZA
Carlo Bersani (Sogliano al Rubicone 1882 – Cesena 1965) contribuì autorevolmente alla crescita musicale di Cesena, soprattutto mediante la sua privata scuola di pianoforte, ma entro un’identità artistica radicata nelle vicende nazionali. Nondimeno, l’attenzione degli studiosi verso Bersani è sempre stata marginale, legando il suo nome agli interessi musicali di Renato Serra. Nei decenni vicini a noi, le eccezioni si devono soprattutto a Cino Pedrelli, che aveva apprezzato in vita quel profondo musicista cieco; per il resto, l’attuale letteratura critica serriana talvolta incrocia perifericamente l’amicizia di Carlo – salvo l’immancabile attenzione di Marino Biondi. La verità è che la parabola bersaniana appare di complessa valutazione, inquadrabile in una rete culturale-musicale sparsa tra concertismo, didattica, riforma musicale sacra, estetica e filosofia musicale.
Fu questo talento d’insieme ad accompagnare Bersani lungo la vita, unito ad uno spiccato idioma etico. Ne sarebbero rimaste attratte personalità dallo sguardo aperto, tra cui Renato Serra ed Amintore Galli (musicista colto e raffinato, a cui è dedicato il Teatro di Rimini), che lo ammirarono e ne cercarono consiglio. Galli poi, si sarebbe battuto – ma senza fortuna – perché Bersani avesse trovato un’adeguata sistemazione, puntando idealmente all’estero, dove «si studia di più, c’è più probità, più giustizia, e là c’è da sperare». Le partiture, gli scritti ed i carteggi di Bersani sono fedelmente argomentativi del suo talento, di un’incolmabile fede e sete interiore, su cui crebbe la sua sensibilità artistica, mai scevra dall’umanesimo visionario che ne avrebbe contraddistinto l’esistenza.