di Ermanno Pasolini, Il Resto del Carlino
Lo dice Pierfilippo Saviotti, un dottorando che sta frequentando le sue sale per preparare la tesi: “Conserva documenti e testimonianze molto rilevanti”.
Pierfilippo Saviotti, 30 anni, di Voghera, dottorando presso l’Universtà di Milano, per qualche giorno è alla biblioteca dell’Accademia dei Filopatridi. Un altro ricercatore che si aggiunge ai tanti che ogni mese arrivano da ogni parte del mondo. Cosa sta consultando?
“Il carteggio di Giovanni Cristofano Amaduzzi (1740-1792) e Giambattista Bodoni e in particolare le lettere che furono inviate ad Amadaduzzi dallo stesso Bodoni”.
A cosa le serve?
“Sto preparando la tesi di dottorato in storia del libro e dell’editoria. In particolare sto studiando l’attività del tipografo Bodoni che ha avuto questo scambio di lettere quando Giovanni Cristofano Amaduzzi era direttore della Tipografia della Congregazione di Propaganda Fide di Roma”.
Coma ha fatto a sapere che l’Accademia dei Filopatridi conserva un fondo amaduzziano di oltre 4000 volumi e altri 54 volumi di carteggi?
“Studiando Bodoni sono venuto a conoscenza della figura e della storia di Amaduzzi e ho scoperto che gran parte del suo carteggio e delle sue lettere erano conservato presso la Rubiconia Accademia dei Filopatridi qui a Savignano sul Rubicone”.
Perchè un giovane come lei si appassiona alla storia di 300 anni fa?
“Credo che non ci sia modo migliore di conoscere il presente se non studiando e conoscendo la propria storia. In particolare quella d’Italia che è un po’ la Patria del libro, dell’editoria e della stampa, mi ha portato a studiare l’attività di Bodoni che ancora oggi è considerato uno dei più importanti tipografi non solo in Italia ma in tutta Europa”. Ha deciso se il suo futuro sarà nell’insegnamento?
“Ancora non lo so. L’Università è una delle strade che ho di fronte ma, essendo un percorso complicato, è difficile dirlo con certezza. Però mi piacerebbe continuare. Adesso devo pensare al dottorato”.
Qual è il momento più difficile nel leggere e consultare questi carteggi di 300 anni fa?
“Le difficoltà sono legate alla calligrafia a volte difficile da leggere e decifrare, poi anche capire riferimenti storici minori alle persone che scrivono le lettere e quindi difficile da inquadrare e da contestualizzare”.
Era mai stato alla Filopatridi? “No, è la prima volta. Ho trovato una bella accoglienza, una grande disponibilità e un luogo di cultura bellissimo che conserva dei documenti e delle testimonianze storiche di una importanza molto rilevante”.
Tornerà?
“Sì. Per dare conto della mia ricerca e dell’esito finale. però solo dopo che avrò conseguito il dottorato”.