di Ermanno Pasolini
Vittorio Emanuele III, la figura di un re tutta da rivalutare. Con l’arrivo dell’autunno è ricominciata anche l’attività culturale della Accademia dei Filopatridi di Savignano. Nell’aula magna il presidente Roberto Valducci ha presentato i tre relatori che hanno trattato il tema “Piccolo Grande Re. Vittorio Emanuele III un’altra storia”. Apprezzatissimi i relatori professori Guglielmo Bonanno di San Lorenzo di Taranto, Emilio Petrini Mansi della Fontanazza titolare a Viareggio dell’unico studio legale in Italia specializzato in diritto nobiliare e Fausto Giumetti dell’università di Firenze. Vittorio Emanuele III, nato a Napoli l’11 novembre 1869 e scomparso ad Alessandria d’Egitto il 28 dicembre 1947, è stato Re d’Italia dal 1900 al 1946, imperatore d’Etiopia dal 1936 al 1941, primo maresciallo dell’Impero dal 4 aprile 1938 e re d’Albania dal 1939 al 1943. Abdicò il 9 maggio 1946. Grande numismatico, scrisse un’opera composta da venti volumi e fu anche un forte appassionato di geografia. “Un personaggio storico sicuramente da rivalutare – dice Guglielmo Bonanno di San Lorenzo – poiché sul suo conto sono state dette troppe cose non giuste e non vere. Purtroppo queste cose dette e ripetute per 70 anni hanno creato una falsa verità storica massimamente diffusa”. Curioso il paragone che Emilio Petrini Mansi della Fontanazza fa del Re Vittorio Emanuele III: “E’ stato il sovrano più longevo che abbiamo avuto in Italia con 46 anni di regno in cui ha ovviamente affrontato due guerre mondiali e le guerre coloniali. Facendo un paragone odierno con il presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, da poco venuto a mancare, che in sette anni di presidenza della Repubblica, ha suscitato anche critiche, se fosse stato presidente per 46 anni chissà che cosa avrebbero detto di Vittorio Emanuele III”. Anche da Fausto Giumetti bordate di critiche su quanto detto e su come è stata inquadrata nel tempo la figura del re: “Vittorio Emanuele III è stato un personaggio troppo duramente criticato dalla storia o ancora meglio da una storiografia che ha dimenticato quello che il sovrano ha fatto per il suo paese, abbandonandosi a dipinti troppo spesso da macchietta di un uomo dedito solo alla numismatica. Per me il re è un enigma storico che ancora necessita di avere la doverosa luce di una critica più serena”.